venerdì 8 gennaio 2010

Intervista a Giuseppe Granieri - Esse_Elle Dicembre 2009

L’intervista di questo mese è a Giuseppe Granieri, uno dei maggiori esperti italiani di comunicazione e culture digitali. Docente di Laboratorio Web 2.0 all’Università “Carlo Bo” di Urbino, collabora con diverse testate, tra cui “L’Espresso” e “Il Sole 24 Ore - Nòva”. Ha pubblicato, per l’editore Laterza, “La Società Digitale” (2006), “Blog Generation” (2007) e “Umanità Accresciuta” (2009), più altri manuali e racconti vari.
Con Granieri vogliamo continuare una panoramica sui Mondi Virtuali (VW), iniziata con Giovanni Boccia Artieri e con Mario Gerosa nei mesi scorsi, inquadrando l’utilizzo dei mondi virtuali nel panorama più ampio dei modelli di comunicazione web 2.0.
AquilaDellaNotte Kondor: Giuseppe, grazie per aver accettato questa intervista. Ti chiediamo di aiutarci a capire come l’utilizzo dei VW può essere di ausilio per incrementare le capacità di comunicazione in rete offerte dal Web 2.0.
Giuseppe Granieri: A mio modo di vedere è abbastanza facile, oggi, capire quali sono le vocazioni dei mondi virtuali, data la necessità di sincronia perché vi accada qualcosa. Quindi io direi soprattutto il learning e, in subordine, applicazioni collaborative mirate a facilitare incontri o situazioni di lavoro. Poi c'è tutto il versante della creatività e dell'espressione, che è una frontiera ancora in parte da esplorare.
ADN: Una delle aspettative che si erano diffuse, all’alba della conoscenza dei VW, era che questi avrebbero presto soppiantato il web e offerto nuove possibilità agli utilizzatori della rete. Era corretta questa aspettativa, o è stato un colossale fraintendimento?
Giuseppe Granieri: In linea teorica non è ingenuo immaginare che si vada verso un utilizzo maggiore di ambientazioni in 3D, e di mondi esperienziali, man mano che le tecnologie evolvono. Oggi siamo alla protostoria di quello che sarà possibile. Ma non credo si realizzerà mai una sostituzione con il web, piuttosto si creeranno offerte complementari sempre più specializzate. Il web, essendo asincrono, è molto meno costoso in termini di investimento di tempo vitale. Ed è il regno dei contenuti, mentre invece i mondi metaforici sono territorio dell'esperienza. Poi, certo, l'hype iniziale su ricchezza, lusso e sesso non ha certo facilitato la comprensione di massa che oggi abbiamo di certi ambienti di rete.
ADN: Che differenza vedi tra l’utilizzo di un ambiente 3D di comunicazione e il classico modello dei Social Network Web 2.0 alla Facebook? Sono modelli concorrenti o due facce della stessa medaglia?
Giuseppe Granieri: Sono solo due dei mille ambienti complementari. La tecnologia ci porterà sempre più verso la specializzazione dei contesti. Ognuno di noi imparerà ad usare quello che gli serve (o che lo gratifica) quando gli serve.
ADN: Il tema dell’”immersività”, e della figura dell’Avatar, è il classico tema delle esperienze partecipative in rete. Ci puoi dare la tua interpretazione di questo paradigma di comunicazione in rete?
Giuseppe Granieri: E' abbastanza presto per capirne abbastanza. Sicuramente l'avatar siamo noi che abitiamo uno “spazio culturale”, ma gran parte del senso che questo avrà in futuro dipenderà da come la nostra cultura si comporterà di fronte all'evidente importanza che gli spazi immateriali assumeranno. E' una bella sfida da osservare, se ci liberiamo dalle prescrizioni e dai pregiudizi.
ADN: Esaminando il tema delle Virtual Community, credi che il modello immersivo cambi i presupposti dell’interazione tra i membri di una comunità rispetto ai precedenti modelli? E in che forma?
Giuseppe Granieri: Ogni gruppo ha le sue regole, e le regole che chi ha progettato il suo spazio ha imposto. Non credo sia possibile un'affermazione generale. Certo, c'è molto da sperimentare, e oggi lo facciamo meno di quanto dovremmo, grazie a un clima culturale negativo, soprattutto in Italia.
ADN: Parlando di Virtual Community, il discorso non può non toccare le esperienze più massive in questo senso: quelle dei Giochi di Ruolo. Queste esperienze coinvolgono milioni di persone in tutto il mondo. Che funzione ha il “Gioco”, a tuo parere, nei modelli di comunicazione in rete?
Giuseppe Granieri: Rende tutto più facile. Motiva, diverte, insegna, crea pratiche. E' uno degli approcci sottodimensionati nella nostra istruzione tradizionale, ad esempio. Anche se i MMORPG richiedono un investimento di tempo vitale, molto al limite, nei ritmi della società di oggi.
ADN: Dai giochi di ruolo alle aspettative legate a una “Seconda Vita” il passo è breve. Che cosa pensi di queste leggende, nate sull’onda del successo di Second Life come fenomeno di massa?
Giuseppe Granieri: Be' le aspettative di una “seconda vita” non sono mai state di massa, ancora. Ci sarà molto da ragionare su motivazioni e appagamento, per capire come i grandi numeri si rapportano a questa possibilità. Ad oggi siamo ancora in una fase sperimentale e immatura.
ADN: Le leggende della “Seconda Vita” avevano un loro forte appeal, oltre che per le esperienze interpersonali, anche sulla possibilità di fare business, di trovare il modo, in un periodo di forte crescita dell’economia di carta ante crisi, di “fare soldi” usando questo nuovo strumento. Cosa pensi del business legato ai mondi virtuali? E’ possibile “fare soldi” nella Seconda Vita?
Giuseppe Granieri: Al momento, no. Almeno non in percentuali significative: può riuscirci uno su 100, il che non ne fa un fenomeno rilevante. E' interessante invece lo sviluppo che prenderanno i mercati su valuta virtuale.
ADN: Credi che i VW possano dare un contributo originale nelle applicazioni di comunicazione in rete? Come si integrano nei modelli Web 2.0 già utilizzati oggi?
Giuseppe Granieri: Purtroppo non si integrano. Se si integrassero saremmo molto più avanti.
ADN: Credi che l’uso di tali applicazioni pratiche possa incrementarsi in tempi brevi, o pensi che dobbiamo aspettarci degli sviluppi in tempi molto lunghi?
Giuseppe Granieri: Non so, in effetti. Ci vorrebbe un indovino. Sappiamo che la tecnologia è immatura e che stiamo cominciando a sperimentare. Servirà qualche anno ancora.
ADN: Anche questa panoramica ci conferma quanto emerso nei precedenti colloqui. Siamo appena all’inizio di un lungo cammino, sulla strada degli utilizzi pratici degli ambienti partecipativi in rete. Tuttavia, le esperienze che si stanno accumulando, lungi dal creare modelli di business nuovo o rivoluzionario, stanno soprattutto favorendo la presa di coscienza delle potenzialità offerte da questi mezzi innovativi. Inoltre, i progressi tecnologici stanno rapidamente procedendo, aprendo nuove possibilità ad un’utilizzo più massivo dei VW.
Ma, come dice Granieri, la palla di vetro non ci aiuta a fare previsioni. Ringraziamo quindi Giuseppe Granieri della sua disponibilità (ha risposto alle nostre domande dal vagone di un’Intercity) e degli spunti interessanti che ci ha fornito.

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